mercoledì 25 febbraio 2009

LE IDEE
Morte ai fanatici ambientalisti
di DARIO FO

PROPRIO ieri 24 febbraio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha presentato a camere riunite il suo progetto riguardo la produzione di energia e ha specificato che la produzione sarà pulita e rinnovabile. Inoltre, ha annunciato la quota di denaro che lo Stato americano ha intenzione di stanziare a cominciare da subito. Ha aggiunto: "Il nostro primo obiettivo è quello di riuscire ad abbattere drasticamente l'inquinamento atmosferico e l'effetto serra". Il giorno stesso, a Roma, il nostro primo ministro Berlusconi firmava un accordo per attuare nel nostro paese l'impianto di ben quattro centrali nucleari di terza generazione, e non ha assolutamente parlato dei problemi di riscaldamento globale. Segnaliamo a questo proposito che l'inquinamento della città di Milano per ben 35 giorni sui 55 dall'inizio dell'anno ha superato il livello di inquinamento atmosferico, raggiungendo i 171 microgrammi di polveri sottili, contro i 50 del limite europeo. Ma il Governo italiano e il Comune di Milano non fanno una piega. Tornando al nucleare, Berlusconi ci dà notizia dell'avvenuto accordo sfoderando un sorriso compiaciuto. E aggiunge che finalmente si è "abbattuto il fanatismo ecologico di una parte politica che già vent'anni fa ci aveva impedito di terminare la costruzione di due nuove centrali". Quindi si torna al nucleare? Ma come, ci siamo battuti tanto, il 70% degli italiani nel referendum sulle centrali ha votato contro, e lui ci definisce in massa fanatici dell'ecologia? E specifica che quello nucleare è un metodo ormai controllabile e sicuro. Ma come sicuro? Silvio, ti sei scordato che non più tardi dell'anno scorso in Francia succedeva un disastro: dall'impianto nucleare più importante della nazione, fuoriuscivano scorie tossiche che colpivano dieci operai. "Ma, calma!" dice il ministro francese, "degli operai sono stati colpiti dalle esalazioni, è vero, ma solo leggermente". Cosa significa "leggermente"? Significa che i danni procurati alla salute di quei dipendenti sono insignificanti: gli son diventati i capelli un po' azzurri, gli occhi fluorescenti e la pelle leggermente squamata. Qualcuno ha anche le branchie, ma gli stanno bene.
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Ma io mi chiedo, questo nostro presidente è disinformato naturale o ha studiato per diventarlo? Nessuno gli ha detto che, a parte il pericolo continuo di disastro tipo Chèrnobyl, per il nucleare esiste il problema delle scorie? E che noi, in Italia, per il solo fatto di aver messo in funzione un paio di centrali nucleari cinquant'anni fa, ancora oggi abbiamo scorie che non sappiamo dove sbattere? E lo stesso accade anche in Francia, Il presidente ha dichiarato che entro il 2020 da noi sarà già attiva la prima delle quattro centrali previste. Ma quel cervello incandescente di governante sa cosa costa montare una centrale nucleare? In Finlandia ne stanno costruendo giusto una di ultima generazione. Avevano previsto che sarebbe costata un miliardo di euro, ma a metà percorso si sono accorti che il miliardo previsto s'era raddoppiato, due miliardi. Ora i responsabili della centrale, gente preparata e onesta, hanno avvertito che il valore dell'energia che riusciranno a produrre con quella loro centrale non riuscirà a coprire neanche la metà dei costi di fabbricazione ed impianto. Non solo, ma che la perdita aumenterà a dismisura quando, fra una ventina d'anni, come di norma, dovranno smontare tutto l'impianto e preoccuparsi di imballare ogni elemento dentro un enorme container in cemento armato, e poi andare a sistemarlo in uno spazio scavato nella roccia a un minimo di dieci metri sotto il livello del suolo. E il nostro presidente, sempre lui, Silvio Eta Beta, assicura che l'energia nucleare è la più economica e produce ampi vantaggi e viene smentito immediatamente da ogni scienziato onesto e informato che lo sbeffeggia: "Ma che dici, Eta? Attento a te, i reattori funzionano solo grazie all'uranio arricchito. Ora devi sapere che negli ultimi anni il prezzo di questo propellente è aumentato di addirittura sette volte, per la semplice ragione che le riserve stanno per finire; e giacché il governo italiano ha appreso che per soddisfare l'intiero bisogno della nazione si dovrebbero realizzare, sul vostro territorio, almeno sessanta centrali dell'ultima generazione, dove andate a sbattere? Vi è sfuggito il particolare che per raggiungere questo numero abbisognano almeno trent'anni, con una spesa da fantascienza? E poi c'è il guaio che proprio in ragione dell'enorme numero di centrali che ogni paese cosiddetto civile ha in programma di costruire, entro quindici anni di uranio fruibile non ce ne sarà più e allora con cosa le fai andare le sessanta centrali, con le noccioline? O col popcorn?! E poi, cervellone mio, ci spieghi in quale zona o territorio hai in mente di costruirle queste centrali? Nessuno ti ha detto che l'Italia è un paese a forte incidenza tellurica? E che dal nord al sud più profondo non c'è luogo dove sia pensabile montarci un impianto nucleare? L'unico sicuro sarebbe Roma, anzi il Vaticano è proprio il punto ideale... io insisto e firmo per una soluzione del genere.
(25 febbraio 2009) La Repubblica

lunedì 23 febbraio 2009

PRESIDENTI DEL CONSIGLIO INADEGUATI

Colpisce una sorta di trasformazione antropologica, anche nel comportamento. È una caduta di stile, di forme. Un tempo era impensabile per esempio che un premier facesse le corna dietro la testa di un ministro.
Claudio Magris, 22 febbraio

domenica 15 febbraio 2009

giovedì 12 febbraio 2009

Brunetta il copione

Brunetta il copione
Uno dei pochi testi scientifici firmati dal ministro anti-fannulloni è letteralmente plagiato da un ben più noto studio americano del 1980


Non sarà un fannullone, ma un po' copione sì. Il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, docente di Economia, ha pubblicato nel 1987 (editore Marsilio), assieme ad Alessandra Venturini, una delle sue (poche) opere scientifiche, “Microeconomia del lavoro”.
Ora che il politico veneziano ha toccato i vertici della notorietà, non lesinando le critiche ai dipendenti pubblici nullafacenti, insegnanti inclusi, qualche suo (ex) collega è andato a riprendesi il trattatello. E ha scoperto, già a un primo sguardo, che interi brani erano letteralmente tradotti o parafrasati, e numerosi grafici ricopiati pari pari, da un più noto testo americano del 1980 ("Labor Economics", prima edizione del 1970, edito da Prentice-Hall, Inc.) dei professori Belton M. Fleisher e Thomas J. Kniesner .
Qualche esempio? A pagina 96 del Brunetta-Venturini c'è la copia identica, con gli stessi valori numerici, della figura pubblicata a p. 50 del Fleisher-Kniesner; grafici plagiati si trovano anche alle pagine 104, 108, 112, 240, 242, 243, 245 del manuale italiano; a p. 100 alcune righe sono puntualmente tradotte dal testo Usa (p. 50); a p. 101 c'è una riga tradotta e un lungo brano parafrasato da p. 56 del volume d'oltreoceano; a pagina 153 c'è una nota con citazioni bibliografiche identica alla nota di p. 87 del testo americano; e via elencando. Fin qui al peccato brunettiano si può concedere un'attenuante: il suo libro non è un'opera scientifica da Nobel (anche se lui va in giro dicendo di essere uno dei più bravi economisti del lavoro d'Italia, anzi d'Europa) ma un manuale, inevitabili i debiti di riconoscenza verso gli autori che l'hanno preceduto sullo stesso terreno.
Ma c'è anche un'aggravante assai più pesante: nell'amplissima bibliografia contenuta nel suo volume Brunetta si "dimentica" di citare “Labor Economics”. Dimenticanza imperdonabile, specie dopo un così esteso saccheggio
(12 febbraio 2009)
L'Espresso

venerdì 6 febbraio 2009

BERLUSCONI GOLPISTA: seguendo gli insegnamenti della P2


Siamo col Presidente della Repubblica

Per la prima volta nella vita di questa Repubblica libera, democratica e garantita dalla Costituzione il potere esecutivo, per iniziativa del presidente del Consiglio, ha deciso di abolire una sentenza legittima, definitiva, non modificabile della giurisdizione italiana al suo più alto livello.

Il Capo dello Stato ha fatto sapere al governo che l’atto sarebbe stato incostituzionale, e ciò per ragioni obiettive, palesi, verificabili nella nostra Costituzione e tipiche di ogni ordinamento democratico. Il governo ha deciso di ignorare l’obiezione. Il presidente della Repubblica, in nome della Costituzione di cui è garante, non ha firmato il decreto del governo. Ciò determina una situazione senza precedenti nella vita giuridica e politica italiana.

Il governo Berlusconi ha deciso di aggravarla annunciando che, in luogo del decreto, presenterà una legge, chiedendo al Parlamento di votarla subito. La legge, anche se approvata, avrà la stessa natura anti-costituzionale del decreto. Tutto ciò su una materia immensamente delicata come la condizione di Eluana Englaro , con una violenta invasione di campo nel dolore di una famiglia e nei diritti civili delle persone coinvolte.

Sentiamo perciò il dovere di essere accanto al presidente della Repubblica, custode e garante della Costituzione. Chiediamo agli italiani di unirsi intorno al Capo dello Stato e alla Costituzione in questo grave momento nella vita della Repubblica.

Furio Colombo
Umberto Eco
Pietro Ingrao
Umberto Veronesi

Vittorio Lingiardi
Dario Fo
Franca Rame
Moni Ovadia
Giorgio Ruffolo
Chiara Saraceno
Gianfranco Pasquino
Sergio Givone
Giuseppe Vacca
Ermanno Rea
Salvatore Natoli
Stefano Rodotà
Corrado Vivanti
Vincenzo Consolo
Giovanni De Luna
Margherita Hack
Raffaele Simone
Eugenio Finardi
Samuele Bersani
Giancarlo De Cataldo
Tiziana Romes
Luca Formenton
Dacia Maraini
Massimo Salvadori
Rosario Villari
Maurizio Mori
Mario Riccio
Vincenzo Cerami
Clara Sereni
Citto Maselli
Marco Baliani
Ascanio Celestini


06 febbraio 2009