mercoledì 29 ottobre 2008

BERLUSCONI UCCIDE L'AMBIENBTE

Clima, Berlusconi contro l'Ue: «Non torno indietro»

Così come sulla scuola, anche sul pacchetto clima dell'Ue il premier, Silvio Berlusconi, non mostra nessuna volontà di dialogo. Per confermare la contrarietà del governo alle misure europee sul clima il premier usa parole nette: «Non ci muoviamo dalla nostra posizione, io non mi faccio intimorire da nessuno». Berlusconi precisa che «non può essere l'Italia a pagare più di tutti: il prezzo deve essere uguale per tutti i cittadini europei».
Parole ruvide che non mostrano nessuno spirito diplomatico e che contrastano con quelle del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, il quale ha sostenuto che «non dobbiamo rispondere alla crisi rallentando l'agenda europea sul clima». Barroso mostra una visione diametralmente opposta a quella di Berlusconi. Se per il premier la crisi economica internazionale non permette di sostenere il pacchetto clima, per Barroso un maggiore rispetto ambientale contribuirebbe a superare questo momento difficile: «Dobbiamo accelerare l'agenda, favorire inoltre l'efficienza energetica» in quanto ciò «è parte della soluzione della crisi», ha detto il presidente della Commissione. Nei giorni scorsi anche il presidente francese, Nicolas Sarkozy, aveva smentito il premier italiano.
Sul capitolo clima interviene anche la Cgil che chiede chiarezza all'esecutivo: «Il Governo continua a ripetere che il pacchetto clima europeo sarebbe troppo oneroso. Tuttavia non si riesce ad ottenere un solo dato che permetta di valutare la misura di questa maggiore onerosità» recita una nota del dipartimento Ambiente e Territorio del sindacato guidato da Guglielmo Epifani. La Cgil sottolinea che, secondo l'esecutivo, per l'Italia ci sarebbe una onerosità maggiore del 40% rispetto alla media europea. Valutazione che sembra però smentita dai dati: «Dalle ricerche effettuate sull'impatto del pacchetto clima emerge in modo chiarissimo che alcuni settori produttivi dovranno sopportare un onere maggiore, mentre per altri si apriranno nuove possibilità di sviluppo. Nel complesso tuttavia il bilancio per il sistema produttivo sarà positivo» si legge nella nota della Cgil. Per il più grande sindacato italiano «se questa analisi non dovesse rispondere al vero è dovere del Governo spiegarne le ragioni». Infine la Cgil sottolinea che, più volte, è stata richiesta l'apertura di un confronto al Ministero dell'Ambiente ma ogni appello è caduto nel vuoto.
Il pacchetto clima oggetto dello scontro tra Ue e governo italiano prevede entro il 2020 il raggiungimento di tre obiettivi: 20 per cento di produzione energetica da fonti rinnovabili, miglioramento del 20 per cento dell'efficienza energetica e taglio del 20 per cento nelle emissioni di anidride carbonica.

Pubblicato il: 29.10.08 L'Unità

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